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dimenticanze

Un albero è un essere affascinante, paragonabile all’essere umano; ha radici profonde, celate nella terra. Le radici sono mezzi essenziali per la sua crescita che esso tuttavia non potrà mai scorgere se non sradicato.

L’essere umano ha racchiuso in sé un periodo della sua vita vissuta ma sconosciuta e non gli è concesso di ricordare, sapere e confrontarsi, se non attraverso i racconti della propria madre e del proprio padre.

La memoria umana parte, come per l’albero, dal momento in cui le radici si trasformano in fuscello, nel momento esatto in cui lasciano la terra per trasferirsi verso il cielo.

Fabio Presti lavora sul trait d’union tra la sua sfera personale, animata da alberi che simboleggiano il suo passato e la sua infanzia, con zone d’ombra e oggetti dimenticati o nascosti da persone sconosciute, che li hanno involontariamente, o per necessità, lasciati arrugginire.

                                 

I lavori di questa serie, iniziata a Catania, sono stati creati con l’ausilio di materiali di recupero e con il totale abbandono dei colori convenzionali, per abbracciare una forma pittorica più istintiva, senza costrizioni. Queste opere rispondono ad un bisogno personale di sintesi. Le figure arrugginite sono applicazioni ferrose su tela trattata con polveri di marmo e di ruggine.

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